Se vogliamo dare un futuro sostenibile all’agricoltura toscana bisogna scegliere la strada dell’innovazione e porsi un obiettivo di lungo periodo: raggiungere una produzione 100% biologica entro il 2035, come accade oggi in Danimarca, accompagnando le imprese agricole a una graduale conversione. Nessun, obbligo, sia chiaro, ma un percorso di incentivi regionali che consenta a Università e centri di ricerca di mettere a disposizione delle aziende agricole nuove sementi certificate biologiche, adatte a garantire una produzione di qualità. Questo consentirà alle aziende agricole di massimizzare i fatturati e penetrare mercati sempre più importanti. Se non interveniamo immediatamente sul settore agricolo con piani di medio e lungo periodo, rischiamo di vedere le nostre campagne svuotarsi progressivamente e questo non possiamo permettercelo. Gli agricoltori hanno un ruolo fondamentale non solo in quanto anello principale della filiera agroalimentare, ma anche come prime sentinelle per la difesa del nostro territorio contro il dissesto idrogeologico. Per scongiurare l’abbandono delle aree rurali e risolvere le criticità puntuali che oggi investono il settore mi impegno a organizzare incontri e confronti tematici con ciascun distretto agricolo per trovare insieme le soluzioni condivise migliori.