Candidata alla presidenza della Regione Toscana
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Due parole su di me

Nata a Pisa nel 1977, vivo a Cascina con Francesco e la nostra piccola Nora. 
Se dicessi che non ci costringe a fare i salti mortali, direi una bugia 🙂.

Dopo il classico, la laurea in Giurisprudenza da studente lavoratrice e un master in cooperazione internazionale alla scuola Sant’Anna di Pisa, ho lavorato per la FAO di Roma e Ginevra, e sono stata tra le prime donne a entrare nella Marina Militare italiana come allieva ufficiale dell’Accademia navale di Livorno. Dopo aver scelto di tornare sulla terra ferma ho fatto diversi lavori, tra cui l’addetta stampa e relazioni esterne dell’aeroporto di Pisa, quando ancora veniva considerato la porta d’ingresso alla nostra bellissima regione.
Il resto del mio tempo libero l’ho dedicato al volontariato. Sulle ambulanze, nella Protezione Civile, in una mensa della Caritas e per un periodo anche in un canile. Nel complesso, una palestra di vita e di cittadinanza attiva.

Gli studi di giurisprudenza, il senso di responsabilità verso le istituzioni, l’importanza del gioco di squadra e soprattutto l’arte di gestire i conflitti mi sono tornati molto utili appena entrata in politica. Che per me è la capacità di mediare tra le istanze in gioco, mantenendo saldi princìpi e valori di base. Un’idea di politica dal volto umano che, insieme a molti altri, ho ritrovato nello spirito che il 4 ottobre 2009 ha portato alla nascita del MoVimento 5 Stelle

Da quando mi sono messa a disposizione della Toscana, sono stata vicepresidente della Seconda commissione, membro della commissione Costa e di quella sull’Europa. 

Una finestra privilegiata sulla situazione economica e sociale di una Toscana ancora lontana dai fasti pre crisi, specie del punto di vista occupazionale
Per questo il tema del lavoro è quello che mi ha vista e continuerà a vedermi in prima linea.
Lavoro a 360°: turismo, commercio, industria, cooperative, ma anche diritti, sicurezza, qualità e impatto ambientale delle nostre produzioni manifatturiere, a partire dal Made in Tuscany e dal patrimonio agricolo della nostra Regione.

A chi mi chiede cosa significhi essere donne nella politica del 2020, non nascondo che ancora siamo distanti dalle realtà dell’Europa del Nord e il soffitto di cristallo fa ancora resistenza a essere sfondato. Ma se oggi sono qui, prima candidata donna del MoVimento 5 Stelle in Toscana, significa che quel soffitto non è infrangibile, e che la tenacia alla fine, quasi sempre, viene premiata. Quella tenacia che metto ogni singolo giorno in cui immagino, lavoro e lotto per una Toscana migliore.

Per chi preferisce le immagini immagini in moVimento

Il nostro programma in 15 punti

InnovAzione! CULTURALE

Oggi solo il 40% dei toscani è raggiunto da una connessione a 30Mb al secondo. Un gap infrastrutturale che si accentua nelle aree periferiche e questo rappresenta un ostacolo insormontabile per accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione.
Colmare questo digital divide è il primo passo per raggiungere una vera democrazia digitale sul nostro territorio. Per questo, nei prossimi 5 anni, grazie al Fondo europeo per lo sviluppo delle aree rurali, finanzieremo un piano di investimenti massiccio che ci permetterà di raddoppiare la copertura della banda ultra larga, con connessione a 100Mb al secondo, e portare internet veloce nel 90% delle case dei toscani.

La Toscana ha una delle leggi sulla partecipazione maggiormente all’avanguardia del Paese. Purtroppo però negli ultimi anni il presidente del Consiglio regionale ha deciso di paralizzare l’Autorità per la partecipazione, riducendo sensibilmente la dotazione finanziaria per l’organizzazione e la promozione di dibattiti pubblici e percorsi partecipativi. Noi vogliamo ripristinare questo strumento di democrazia dal basso, dotandolo di un’autonomia finanziaria adeguata.
Parallelamente istituiremo l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di rivolgersi ai cittadini attraverso consultazioni, dibattiti pubblici e percorsi partecipativi prima di autorizzare le opere di maggior impatto, ambientale ed economico.

Nella nostra regione manca completamente un piano di medio e lungo termine per la digitalizzazione della pubblica amministrazione. I database comunali non si parlano e, soprattutto i Comuni più piccoli e periferici non hanno risorse e formazione per attivare servizi digitali, necessari a semplificare la vita ai cittadini. Di conseguenza si moltiplicano le code agli sportelli.
Noi intendiamo costituire un’anagrafe regionale e mettere in comunicazione i principali database delle amministrazioni locali. Un esempio: creeremo un portale unico su cui tutti i toscani potranno accedere e verificare eventuali sanzioni non pagate al codice della strada e provvedere con il pagamento da remoto. A questo affiancheremo un pacchetto di app civiche con cui dotare i Comuni e traghettarli verso una nuova stagione di servizi digitali.

L’Italia è stata per secoli il secondo produttore mondiale di canapa dopo l’Unione Sovietica. La coltivazione della Canapa Sativa in Toscana ha una storia antica, soppiantata dall’arrivo delle plastiche e demonizzata da vuoti normativi che vanno colmati. L’uso di questa pianta va dal tessile alla cosmesi, dall’agro alimentare alla bioedilizia, alla fitodepurazione. Avevamo cultivar autoctoni eccezionali, che sono spariti negli anni con la perdita di intere coltivazioni. Vogliamo che questa pianta torni ad essere protagonista, in Toscana.

Vogliamo
-incentivare una filiera agroindustriale sostenibile, in linea con la nostra idea di economia circolare, capace di creare occupazione e sviluppo economico.
-creare una legge regionale toscana che tuteli i coltivatori e dia incentivi a chi decide di coltivare questa pianta straordinaria, su modello di altre regioni che hanno sviluppato bandi appositi.
-creare di impianti di trasformazione specializzati e incentivare progetti di ricerca per il miglioramento genetico.

Coltivare canapa per noi oggi significa anche innovazione.

In Toscana non esiste il turismo, ma tanti turismi. Esattamente come non esiste un unico centro culturale, ma una rete di arti e mestieri. Purtroppo però fino a questo momento la promozione della nostra regione si è limitata alle grandi città d’arte, al turismo enogastronomico o balneare e alla valorizzazione delle grandi istituzioni culturali.
La nostra intenzione è quella di riformare l’ente regionale che si occupa di promozione, affidandogli il compito di presentare la Toscana come un mosaico, composto da tessere tutte differenti ma collegate l’una all’altra, di modo da attirare visitatori alto spendenti e distribuirli uniformemente su tutto il territorio.

InnovAzione! SOCIALE

Negli ultimi anni la sanità Toscana ha dovuto fare i conti con una riduzione degli investimenti di circa 350 milioni di euro. Un “risparmio” che si è tradotto nella chiusura di numerosi reparti e presidi territoriali e nella riduzione da 90 a 40 piccoli ospedali periferici. I posti letto sono scesi a 1,9 ogni 1000 abitanti, contro i 3,7 della media nazionale.
Una scure che ha colpito le periferie e la zona costiera, con le province di Livorno, Grosseto e Massa – Carrara che sono nelle ultime posizioni della classifica nazionale in termini di qualità del servizio sanitario.
Noi proponiamo una controriforma della sanità regionale e una miglior redistribuzione delle risorse. La lezione del Covid è chiara: i presidi territoriali sono il primo argine contro la diffusione di malattie infettive. Solo potenziandoli si può garantire il diritto alla salute a tutti.

Oggi il cittadino che si misura con il sistema sanitario passa più tempo a prenotare esami, visite specialistiche e prestazioni, che in ospedale. I tempi si dilatano, le liste d’attesa si allungano e ogni qual volta ci si trova ad effettuare un esame di routine, bisogna portare con sé la propria cartella clinica cartacea perché il fascicolo sanitario esiste solo sulla carta. I database delle diverse Asl non comunicano tra loro e persino i Cup sono in grado di prenotare prestazioni solo in un raggio di 10km.
Noi proponiamo un investimento in big data e infrastrutture digitali per costruire una rete efficace, in grado di inserire la persona all’interno di un percorso su misura, seguendolo e monitorandolo in tutte le fasi, dal primo accesso, alla cura.

Un percorso lineare per semplificare la vita di chi si rivolge saltuariamente al servizio sanitario regionale, ma soprattutto dei più fragili, degli anziani e di chi ha più bisogno.

La crisi post Covid sta portando con sé una nuova emergenza, quella abitativa. Un fenomeno che non interessa più soltanto le persone maggiormente bisognose, spesso costrette a vivere in case popolari scarsamente manutenute, ma anche individui mediamente benestanti che hanno visto un rapido peggioramento delle proprie condizioni economiche.

Il reddito di cittadinanza ha svolto un ruolo chiave nel tamponare questa emergenza, ma ora serve un passo in più.
Noi proponiamo di disancorare la dotazione attuale del reddito di cittadinanza, utilizzandolo automaticamente come garanzia per contrarre piccoli mutui, canoni d’affitto sia sul mercato privato che nell’edilizia residenziale pubblica. Un modo per garantire i proprietari e gli enti gestori del patrimonio erp, consentendo a questi di effettuare i ripristini degli alloggi sfitti e dunque aumentando la dotazione di case popolari a disposizione dei più deboli. Un modo per ridurre gli sfratti, combattere la morosità e contrastare la nuova emergenza del nostro tempo.

Le Pmi toscane hanno una forte vocazione all’export. Questo modello, che ci ha protetto dagli effetti peggiori della crisi del 2008, a causa del Covid ha mostrato tutti i suoi limiti. E’ necessario variare l’offerta produttiva della nostra rete di imprese, puntando sui servizi digitali, le nuove tecnologie e un legame sempre più solido tra università, centri di ricerca, aziende e mondo della formazione.
Per farlo destineremo il 30% circa dei fondi europei del prossimo settennato al finanziamento di progetti 4.0, alla formazione di manager e lavoratori, alla nascita di nuove start up e all’insediamento di imprese hi tech. Finanziamenti vincolati al mantenimento sul territorio toscano delle realtà produttive e allo sviluppo di un lavoro qualificato.
Queste realtà ci consentiranno di attrarre investimenti esteri importanti e sviluppare distretti tecnologici all’avanguardia sia nell’entroterra, con una vocazione manifatturiera, sia sulla costa con uno sviluppo della blue e green economy.

Uno dei primi provvedimenti che prenderemo sarà quello di promuovere una legge ordinaria per la vita indipendente. Fino a questo momento la Regione Toscana si è limitata a finanziare progetti di sostegno alle persone che soffrono di disabilità grave, attraverso delibere approvate anno dopo anno. Un modo per impedire a circa 100mila toscani di pianificare la loro vita, avendo assicurata quell’autonomia finanziaria che permette loro di pagarsi gli aiuti necessari a vivere normalmente.
Si tratta di un cambio di paradigma radicale, sociale e culturale, che non può più essere procrastinato.

InnovAzione! AMBIENTALE

In Toscana paghiamo le bollette dell’acqua più care d’Italia.
Eppure il 16% delle case non è raggiunto da un sistema fognario, mentre il 22% non ha accesso a un impianto di depurazione. Col risultato che gli scarichi finiscono nei fiumi e in mare, avvelenandoli. Ma non potrebbe essere diversamente, visto che i soldi delle nostre bollette finiscono in buona parte per pagare i gestori privati.
Il nostro progetto è quello di restituire ai cittadini queste risorse, ripubblicizzando il servizio, portando al 99% il livello di depurazione degli scarichi, sostituendo le attuali tubazioni in amianto e soprattutto abbassando le tariffe ai cittadini.
Tutto questo è possibile, basta avere come obiettivo l’interesse di tutti quanti e non di pochi.

Fare la raccolta differenziata oggi per i toscani è diventato un incubo. Regole diverse tra quartieri della stessa città, costi esorbitanti e troppi inceneritori ad avvelenare l’aria. Tutto questo è colpa di una mancata pianificazione regionale. Noi invece abbiamo un progetto che ci porterà entro 15 anni ad avere una Toscana a produzione di rifiuti urbani zero.
Costruiremo 40 nuovi impianti di trattamento che ci permetteranno di ridurre i rifiuti indifferenziati e mandare in soffitta entro il 2024 tutti gli inceneritori. Fare la raccolta differenziata oggi per i toscani è diventato un incubo. Regole diverse tra quartieri della stessa città, costi esorbitanti e ancora troppi inceneritori ad avvelenare l’aria. Tutto questo è colpa di una mancata pianificazione regionale. Noi invece abbiamo un progetto che ci porterà entro 15 anni ad avere una Toscana a produzione di rifiuti urbani zero.
Costruiremo 40 nuovi impianti di trattamento per i rifiuti urbani e 10 per i rifiuti industriali che ci permetteranno di ridurre i rifiuti indifferenziati e mandare in soffitta entro il 2024 tutti gli inceneritori. Tutto questo introducendo una tariffa puntuale per i cittadini e facendo pagare di più le imprese che inquinano e che producono o utilizzano imballaggi non riciclabili. Un piano industriale da 1 miliardo di euro che creerà 11mila posti di lavoro e porterà la Toscana tra le regioni modello d’Europa.

Non è possibile che oggi per andare da Firenze a Grosseto in treno ci vogliano 3 ore. 

Come non è possibile che il capoluogo della regione non sia collegato con l’alta velocità al principale aeroporto della Toscana, quello di Pisa.
Negli ultimi anni si è parlato più delle opere superflue che di quelle utili, col risultato che gli spostamenti centro/periferia sono diventati impossibili. Infatti le aree rurali e non solo, si stanno spopolando. Per invertire la rotta, siamo pronti a mettere in campo un piano di investimenti che abbia come priorità le infrastrutture per i toscani: manutenzione di ponti e strade provinciali, incremento del numero di treni pendolari, realizzazione di una linea veloce lungo tutta la costa e avvio dei lavori per la Due Mari.
E intendiamo dare una premialità alle imprese del territorio che metteranno al lavoro i toscani in questo piano di modernizzazione delle nostre infrastrutture.

Se le campagne si stanno spopolando è perché lavorare in agricoltura non è più conveniente. Troppa concorrenza sleale e troppo poca pianificazione.
Bisogna puntare sulla qualità e sulla creazione di filiere agricole in grado di penetrare i mercati più redditizi che per ora sono accessibili solo ai grandi marchi.
Per farlo noi puntiamo sull’innovazione: come Regione finanzieremo le università e i centri di ricerca per sviluppare sementi 100% bio da mettere a disposizione delle aziende agricole che verranno accompagnate verso una riconversione della produzione. Introdurremo i voucher regionali per i lavoratori stagionali, con l’obiettivo di stabilizzarli parallelamente all’incremento dei fatturati. Per dare al settore primario un ruolo davvero primario.

  1. L’energia costa sempre di più. Eppure le nuove tecnologie ci permettono di abbattere le nostre spese e diventare tutti noi più sostenibili. 

Noi introdurremo un bonus regionale da destinare ai cittadini e agli imprenditori che decideranno di installare impianti di ultima generazione per autoprodursi l’energia di cui hanno bisogno. Mini eolico, fotovoltaico, geotermico. La Regione che abbiamo in mente sarà in grado di dare una mano a tutti coloro che decideranno di risparmiare sulle bollette. Riducendo di conseguenza il loro impatto sull’intero pianeta.

Come sempre il Movimento 5 Stelle non usufruisce di risorse pubbliche per le sue campagne elettorali.
Per questo abbiamo bisogno anche di te.
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