L’avvio del nuovo anno scolastico riporta in primo piano un tema cruciale, troppo a lungo abbandonato, quello delle Province. Svuotate di risorse e personale dalla riforma Delrio, hanno conservato competenze fondamentali come quella sull’edilizia scolastica e questo rappresenta un problema enorme. Negli ultimi anni infatti le Province toscane non sono state in grado di pianificare gli investimenti, rinunciando alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole di secondo grado. Col risultato che sempre più edifici sono inagibili, sono sprovvisti di certificati antisismici o antincendio e, oggi che c’è un disperato bisogno di spazi extra, il ministero è costretto a fare salti mortali per poter utilizzare al 100% le scuole esistenti. La ministra Azzolina ha destinato 53 milioni di euro per l’assunzione di docenti e personale ata nelle scuole toscane per scongiurare la formazione di classi da 30 alunni, ma se le Province non mettono a disposizione locali agibili, il lavoro diventa inutile. I casi sono due: o si cancellano definitivamente le Province, affidando alle Regioni le competenze su strade e scuole, oppure si fa un passo indietro e si ripristina l’elezione diretta dei presidenti provinciali, dotandoli di risorse adeguate a fare il loro lavoro e reinquadrando le loro competenze. È una riflessione non più rimandabile. Il limbo sta solo facendo male alla scuola e ai nostri ragazzi.
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